S’ispira al primo prototipo disegnato dalla matita di Corradino D’Ascanio (MP6, realizzato nel primissimo dopoguerra), il capostipite di una gloriosa famiglia, esempio insuperato di stile e creatività made in Italy. La nuova Vespa 946 (per richiamare il 1946, anno di nascita dello scooter più cult di tutti) coniuga tradizione e innovazione. Ricalcando l’idea originaria, adotta la soluzione della scocca portante. Un corpo unico in acciaio, con elementi in alluminio, che accoglie e sostiene il motore, la trasmissione e tutti gli organi meccanici. L’impiego dell’alluminio contribuisce, oltre che alla definizione di un’estetica mozzafiato, alla maggiore leggerezza e dunque a un miglioramento dell’efficienza energetica, con il risultato di minori consumi ed emissioni. Un traguardo ecologico raggiunto anche grazie al monocilindrico da 125 cc 4 tempi, 3 valvole, raffreddato ad aria e alimentato con iniezione elettronica.
Il 125 3V della Vespa 946 garantisce una potenza massima di 8.5 kW a 8,250 giri/minuto e una coppia massima di 10.7 Nm a 6.500 giri/minuto. Prestazioni che permettono al nuovo motore di collocarsi ai vertici delle sua categoria, in paragone ai propulsori della generazione precedente: la potenza cresce del 7,1%, mentre la coppia del 10,3%. Nonostante gli incrementi prestazionali, i consumi sono ridotti (è possibile percorrere oltre 55 km con un litro, mantenendo una velocità di 50 km/h), e anche i costi di gestione si abbassano.
Nonostante qualche piccola modifica, lo stile reinterpreta in chiave moderna il patrimonio storico dello scooter di Pontedera. La sella sembra sospesa, in realtà poggia leggera sul serbatoio. Il vano sotto però non c’è. Di serie il controllo di trazione e l’Abs. La Vespa 946 dovrebbe arrivare nelle concessionarie in primavera. La Piaggio non ha ancora ufficializzato il prezzo, ma si parla di oltre settemila euro.