Una strage di pedoni sulle strade italiane. Ogni settimana ne vengono uccisi 11. Solo nell’ultimo anno le vittime sono state 589 e oltre 20mila i feriti. I numeri impressionanti sono stati calcolati dalla Fondazione Ania, che parla giustamente di una vera emergenza nazionale e mondiale della quale le istituzioni si dovrebbero occupare di più.
Nei giorni scorsi anche le Nazioni Unite hanno richiamato l’attenzione dei paesi sul tema dei pedoni vittime della strada. L’Ania ha presentato i dati choc in occasione della Seconda Settimana mondiale della Sicurezza Stradale indetta proprio dalle Nazione Unite dal 6 al 12 maggio. Il tema di quest’anno riguarda proprio i pedoni, la loro sicurezza e i loro pericoli in strada. Un’idea che rientra nel programma del “Decennio della Sicurezza Stradale 2011-2020“. L’obiettivo è ben definito: dimezzare il numero delle vittime per incidente stradale a livello mondiale. Ma il dato drammatico, come dicevamo, riguarda proprio i pedoni: una persona su quattro che muore negli incidenti stradali nel mondo è un pedone. In totale si calcolano 270mila morti all’anno. L’Italia, in questa triste classifica, è tra le maglie nere.
La percentuale è del 15%, tra i paesi più pericolosi in Europa. Solo la Polonia e la Romania, per quel che riguarda il numero di pedoni morti, sono peggio di noi. Se facciamo un po’ di conti, il risultato è ancora più preoccupante: in Italia, un terzo di coloro che hanno perso la vita in strada è stato ucciso perché travolto mentre era su un attraversamento pedonale. Una differenza su tutti? Negli altri paesi europei le strisce pedonali sono un “territorio blindato”, un luogo dove il pedone è protetto. In Italia non è così e bisogna lavorare per convincere gli automobilisti che le regole vanno rispettate.
Per questo l’Ania ha messo in atto una serie di iniziative in favore dei “deboli”. Tra questi il finanziamento per ripristinare quasi 700 attraversamenti pedonali pericolosi a Roma. Solo nella Capitale, grazie a diversi progetti concreti e di sensibilizzazione, il numero dei pedoni morti è sceso di un terzo in due anni, passando da 65 a 44. “Da questa esperienza – ha detto Umberto Guidoni, segretario generale dell’Ania – è arrivato un segnale chiaro: creando un dibattito sul tema, stimolando le pubbliche amministrazioni e sensibilizzando i cittadini, è possibile ottenere risultati tangibili”.