Il mutuo a tasso fisso, come dice la parola stessa, si caratterizza per il fatto che una volta concordato con la banca l’importo del tasso, questo non si modifica durante la vita del contratto. Quindi la rata del mutuo rimane costante qualunque cosa succeda all’andamento del costo del denaro, cioè qualunque movimento subiscano i tassi di interesse ufficiali. Questa tipologia di mutui risulta interessante quando i tassi di interesse ufficiali sono molto bassi e si prevede che in un ragionevole arco temporale possano cominicare a salire. Nel caso in cui invece la previsione dovesse risultare errata, il mutuo a tasso fisso potrebbe essere più oneroso di un mutuo a tasso variabile. La stipula di un mutuo a tasso fisso ha dei risvolti di praticità non indifferenti per il sottoscrittore:
– la costanza ne tempo della rata, così da poter gestire facilmente anche eventuali imprevisti economici;
– la facilità di capire immediatamente l’impatto della rata sulle esigenze economiche del sottoscrittore.
Il punto penalizzante per il sottoscrittore è rappresentato dal fatto che il mutuo a tasso fisso, al momento della sua stipula, risulta essere certamente più oneroso del mutuo a tasso variabile. Generalmente proprio le sue particolari caratteristiche il mutuo a tasso fisso è consigliato per i mutui di lunga durata, per i quali è fondamentale una buona pianificazione finanziaria ed per i quali è difficile ipotizzare con ragionevole certezza la futura evoluzione dei tassi di interesse ufficiali. Per calcolare la rata definitiva che si dovrà pagare in caso si un mutuo a tasso fisso si devono prendere in considerazione:
– lo spread: cioè il ‘margine di interesse bancario‘, ovvero la percentuale di guadagno applicata dalle banche.
– la base di calcolo: in questo caso le banche utilizzano generalmente l’IRS, cioè Interest Rate Swap. I tassi IRS (che variano da 1 a 50 anni) sono aggiornati praticamente ogni giorno lavorativo.