Le buche sulle strade? Fanno schizzare i consumi. Molto scarsa la manutenzione delle strade anche per via della crisi
Buche, a volte delle vere e proprie voragini sulle strade sono un pericolo per la sicurezza stradale . Ma, è questa la novità, fanno anche schizzare i consumi della benzina. A causa dell’asfalto dissestato si stima uno spreco di ben 273 milioni di barili di greggio al giorno.
A sostenerlo è uno studio del Mit di Boston che ha calcolato la quantità di carburante sprecato a causa della cattiva manutenzione stradale. Si “buttano” via 15,6 miliardi di dollari. E non si tratta solo di un problema economico. Le vetture consumando di più immettono nell’atmosfera una quantità superiore di agenti inquinanti. Secondo gli scienziati si potrebbero risparmiare 46,5 milioni di tonnellate di CO2 con asfalti più resistenti all’usura. “Dobbiamo trovare il modo di ridurre l’impatto ambientale delle infrastrutture”, ha spiegato Franz-Josef Ulm, docente di ingegneria civile al Mit e autore della ricerca.
Ma vediamo nel dettaglio lo studio. Attraverso una serie di modelli matematici i tecnici hanno elaborato l’intensità delle forze di rotolamento e la dispersione di energia sui fondi accidentati. Arrivando a fornire un esempio illuminante: come chi cammina sulla sabbia alta fatica di più rispetto a chi lo fa su di una superficie regolare, lo stesso avviene per un’auto che si muove sull’asfalto dissestato, fino al 3% in più.
Una conclusione alle quale si è giunti analizzando nel dettaglio: 5.463 sezioni delle rete auto-stradale americana dal clima, ai materiali utilizzati per realizzarle, al traffico. Ebbene, basterebbe impiegare nuove mescole per ottenere un risparmio significativo: “Sprechiamo benzina“, ha aggiunto Mehdi Akbarian, co-autore dello studio, “perché il fondo stradale viene progettato a basso costo e non si tiene conto delle prestazioni ambientali. E invece, un investimento più elevato sarebbe ripagato da una maggiore efficienza energetica e da spese di manutenzione più basse, perché gli eco-materiali sono più resistenti”.