Dai test indipendenti della Transport and Environment emerge che basterebbe montare un filtro da 50 euro per abbattere sensibilmente le emissioni
E’ tutta una questione di filtro. Parola della Transport and Environment, l’organizzazione internazionale che ha condotto una serie di test indipendenti sulle auto per calcolare qual è il tipo di alimentazione più dannosa per l’ambiente. E i risultati sono stati una vera sorpresa. Dall’esame è infatti emerso che i motori a benzina a iniezione diretta (i cosiddetti GDI) rilasciano nell’aria anche quattro volte la quantità di polveri nocive rispetto a quelli PFI, ovvero con un sistema di iniezione diverso.
Insomma, quei motori che vengono normalmente pubblicizzati come più green, perché consumano meno e dunque emettono meno sostanze tossiche nell’aria, sono in realtà più inquinanti dei vituperatissimi propulsori diesel. E veniamo al filtro. L’assunto è valido però solo nel caso in cui le auto con i motori finiti sotto accusa non montino l’ultimo ritrovato in fatto di filtri, dal costo accessibilissimo di 50 euro, un antiparticolato praticamente identico a quello utilizzato per le vetture diesel.
Peccato però che, come spiega il portavoce della Transport and Environment, Greg Archer, le case d’auto non abbiano alcuna intenzione di dotare i propri modelli a iniezione diretta del filtro salva-ambiente.
Motivo? I test. Secondo i produttori di quattroruote dai loro esami le vetture a iniezione diretta anche senza filtro risultano meno inquinanti delle altre. Solo che l’organizzazione indipendente ribatte che le prove devono essere reali.
I tecnici della Transport and Environment hanno infatti sottoposto tre modelli considerati rappresentativi del mercato (Ford Focus Tuner, Hyundai i40 Kombi e Renault Megane) a dei test che simulano perfettamente la realtà di guida in mezzo al normale traffico cittadino e da questi emerge che tali auto risultano più nocive per l’aria delle altre. Non solo: i livelli di emissioni prodotti sforano anche i limiti imposti per gli Euro 6 che entreranno in vigore tra tre anni, nel 2017. Va detto però che per il momento i limiti Euro 5 e Euro 6 (in vigore dal 2015) sono perfettamente rispettati.
Nel dettaglio la vettura francese ha ottenuto il peggior risultato, con emissioni di Co2 molto elevate. Basterebbe, invece, montare il filtro da 50 euro per riportare le polveri dannose ampiamente al di sotto dei limiti futuri, senza aspettare le imposizioni di legge. Facendo del bene all’ambiente e alla salute prima del tempo.