L’auto del futuro, come cambierà la nostra vita? Auto intelligenti ed elettriche che si guidano da sole, succederà presto e modificherà le nostre abitudini, ecco come.
Si parla sempre più spesso di auto del futuro, veicoli che potrebbero cambiare la nostra vita, come ad esempio le self driving cars. Ma prima di pensare allo stravolgimento che un’auto che si guida da sola porterà nella nostra vita, pensiamo a quanto i mezzi di trasporto come le macchine siano diventate indispensabili ma anche pericolose per tutti noi.
Solo negli Stati Uniti ogni anno muoiono 33.000 persone in incidenti stradali, di più rispetto ai caduti nelle guerre combattute in tutta la storia del Paese. Nel mondo intero le vittime di incidenti sono circa 1.200.000 l’anno, cifra paragonabile per numero di morti ad una qualsiasi delle principali malattie che ci affliggono. E’ quindi evidente che nel futuro ci sia posto solo per un’auto intelligente, che contribuisca a ridurre il tasso di mortalità sulle strade.
E se questi dati ci sembrassero poco rilevanti, basta pensare che il 25% dell’energia che consumiamo sulla Terra è dedicata al trasporto di persone, ed è quindi anche uno dei principali fattori inquinanti del pianeta.
Poi c’è da considerare come le auto vincolano le nostre città: in alcune regioni, oltre il 50% della superficie utilizzata è destinata alle macchine: garage, parcheggi stradali, autofficine, strade e autostrade. Siamo ormai dipendenti dalle automobili a tal punto da lasciare che queste interferiscano e modellino la nostra stessa cultura.
Ma anche l’auto, come è già successo prima con le macchine da scrivere, la televisione, il telefono, … sta per diventare un vero e proprio computer! La meccanica dell’auto passerà in secondo piano rispetto al resto della tecnologia presente nella macchina ed ogni anno, grazie alla legge di Moore, avverranno miglioramenti esponenziali delle performance dell’elettronica a bordo, che controllerà consumi, itinerari, sicurezza, ecc.…
Il trasporto in auto verrà quindi gestito interamente dalla tecnologia? Per molto tempo abbiamo pensato che tutto questo fosse solo immaginazione o comunque realizzabile solo a distanza di secoli, ma ora è chiaro che ci siamo davvero vicini. Brad Templeton, professore alla Singularity University e uno dei principali esperti di “self-driving car”, dichiara che è rimasto affascinato dalla materia non solo perché usa tecnologie “super-cool”, ma soprattutto perché crede che si tratterà di uno dei più grandi sconvolgimenti dei prossimi anni, visti gli immensi numeri di vetture che circolano. L’esperienza di Templeton è condivisa su vari saggi e sul suo blog chiamato appunto ‘Robocars’.
Il progetto che attualmente si è spinto più avanti in questo senso non è in cantiere presso lo stabilimento di una casa automobilistica come si potrebbe pensare, ma arriva proprio da una delle aziende che più di tutte ha caratterizzato l’inizio di questo secolo, cioè Google. I veicoli di Google sono auto di serie – modificate con computer e sensori – che hanno percorso oltre 1.000.000 di Km sulle strade cittadine; io stesso le incrociavo quotidianamente durante il mio soggiorno in California.
Ora Google ha svelato a tutti il progetto di voler realizzare auto senza pedali, cambio marce o volante, ed è davvero qualcosa che può cambiare l’idea di auto per sempre.
Le maggiori case automobilistiche, come Nissan, Mercedes o Volvo, hanno già pronti i propri progetti per realizzare l’auto intelligente entro il 2020. Ma quello che Google sta facendo è davvero dirompente, perché non punta a cambiare l’auto, ma a cambiare il concetto stesso di mobilità, perché un veicolo che si guida da solo è un veicolo che si fa trovare dove richiesto da solo, che si fa il pieno (di benzina o elettricità) da solo e che si parcheggia da solo. Oppure si rende disponibile ad altri, servendo da taxi a terze persone quando non ne abbiamo bisogno noi.
Oggi, quando andiamo a comprare un’auto in concessionaria, ci poniamo tante domande: è abbastanza grande e sicura per poter andare a sciare nel weekend? Come farò per parcheggiare in centro? Il risultato è a volte quello di allinearsi a ciò che al momento sembra essere la necessità maggiore e quindi comprare un SUV che si utilizzerà solo occasionalmente, oppure una piccola utilitaria da città che non ci basterà in vacanza. A volte possedere l’auto per usarla solo raramente è antieconomico rispetto alla possibilità di affittarne una all’occorrenza. Ma se ci fosse un parco auto condiviso e un’App che ci permettesse di richiedere l’auto giusta per la nostra necessità del momento? Ecco che potrei utilizzare di volta in volta un’utilitaria per accompagnare i bambini a scuola in centro e un SUV per andare a sciare nel weekend, tanto per tornare al nostro esempio.
Si presenterà poi la possibilità di sfruttare al massimo le emergenti tecniche di intelligenza artificiale per spingere ulteriormente l’efficienza ed il risparmio. Pensiamo solo alla strada che facciamo da soli in macchina per andare da casa all’ufficio e viceversa; 3 o 4 posti vuoti in ogni vettura moltiplicati per chissà quante auto, sono veramente uno spreco. E se potessimo spostarci in auto di piccole dimensioni, magari elettriche, condividendo il mezzo con colleghi o vicini, con un tavolino che ci permetta di lavorare senza la distrazione del volante, non sarebbe meglio? E se le auto intelligenti rispettassero sempre il Codice della Strada sfruttando al meglio le infrastrutture eliminando anche gli ingorghi del traffico?
E’ entusiasmante anche pensare alle possibilità offerte delle auto elettriche. Oggi queste auto sono una minoranza e sono viste come poco adatte perché poco potenti, con stile di guida diverso, la batteria con poca autonomia difficile da ricaricare…sono disagi che frenano l’utilizzo da parte dei singoli e l’adozione in massa di questi mezzi; ma un’auto elettrica ed intelligente è come un ‘robot’ e quindi non ha di questi problemi: può andare a ricaricarsi da sola mentre siamo in ufficio ed è più efficiente rispetto ai trasporti pubblici attuali; c’è da considerare anche il beneficio ulteriore di porre fine alla dipendenza da combustibili fossili e dalle importazioni di petrolio, che hanno causato tante guerre. Inoltre ridurremmo le emissioni di gas serra, ripulendo l’ambiente, ci libereremmo dei parcheggi…quanto spazio guadagneremmo per rendere le nostre città più vivibili!
Anche il traffico e gli incidenti si potrebbero ridurre, come accennato prima, così come avviene già negli aeroporti e sugli aerei. Se i piloti dovessero guidare gli aerei da soli, senza nessun supporto tecnologico, sarebbe molto pericoloso. Oggi gli incidenti aerei sono così rari proprio per la tecnologia presente da tempo ormai sugli aeromobili. Ma possiamo andare ben oltre, non è impossibile immaginare, per esempio, robot che fanno consegne direttamente a casa di tutte le nostre necessità o sfizi, dalla pizza alle scarpe, qualsiasi cosa. La nostra vita potrebbe sul serio cambiare.
Quando succederà tutto questo? Sergey Brin ha detto in un’occasione che si potranno vedere i primi modelli in circolazione già nel 2017…e già un numero rilevante di veicoli dal 2020, anche perché ci vorrà del tempo necessario per l’aggiornamento legislativo. L’AD di Tesla, l’imprenditore Elon Musk che ha ispirato la figura di Iron Man, stima addirittura che questo avvenga già dal 2016 e si dice che Volvo abbia pronto un piano per il 2017.
In realtà cambia poco che avvenga nel 2015 o nel 2020, la vera domanda è se la adozione di questi mezzi sarà come quella degli smartphone o come quella dei Segway (se non sapete cosa sia, è proprio perché non ha avuto molto successo). O forse avverrà come per le auto elettriche, il cui utilizzo si scontra con città poco adatte alle loro necessità. E’ davvero possibile che tra qualche anno per guidare un’auto dovremo andare nei circuiti, così come oggi andiamo nei maneggi per farci una cavalcata sui cavalli?
Nel frattempo lo Stato del Nevada ha autorizzato la circolazione dei prototipi delle auto che si guidano da sole ed il Regno Unito già pensa ad una nuova legislazione in materia; a noi restano tanti interrogativi che continueremo a monitorare in attesa di concreti e sicuramente sempre più veloci sviluppi.