Fiat: calano le vendite a novembre. Un mese duro per l’auto -11,7 % delle vendite in Europa rispetto ad ottobre.
Anche Novembre si è presentato come un mese amaro per l’auto. Il gruppo Fiat registra addirittura un calo dell’11,7 % delle vendite in Europa rispetto ad ottobre, e la quota di mercato scende al 6,3 % contro il 6,9% di un anno fa. Fiat ha immatricolato lo scorso novembre quasi 68 mila vetture nell’Europa dei 27 più le nazioni aderenti all’Efta, per una quota di mercato del 6,3%.
Nei primi undici mesi del 2011 le auto immatricolate dal gruppo automobilistico sono oltre 886 mila, per una quota del 7%. Proseguono all’interno del gruppo invece gli exploit di vendite per Lancia/Chrysler (che in novembre aumenta i volumi di vendita del 21,8%) e per Jeep (che in novembre registra un aumento nelle vendite dell’84,5% e nell’anno del 63,6%).
Per quanto riguarda il nostro Paese, la spesa degli italiani nell’acquisto di nuove auto quest’anno è stimata a 33,2 miliardi di euro, in calo del 5,4% rispetto all’anno scorso, nel contesto di un mercato previsto in ribasso del 10,8% ha sottolineato Gianni Filipponi, direttore generale dell’Unrae (l’associazione delle case estere), che ha precisato che il costo medio è salito dal 17.900 a 19mila euro a seguito della fine di qualsiasi forma di incentivazione all’acquisto.
Soffermandosi sui singoli segmenti, Filipponi ha indicato che le auto dei segmenti A e B, vale a dire le piccole e le utilitarie, stanno soffrendo maggiormente rispetto agli altri segmenti di maggior volume con un calo rispettivamente pari al 23,1% e al 16,1%.
A livello geografico spiccano la contrazione nel Meridione (-25,3%) e nelle isole (-22,2) rispetto a un mercato complessivo previsto giù del 10,8%.
Il presidente Unrae, Jacques Bousquet, ha inoltre indicato che mentre si fanno continui appelli alle regole europee e alla necessità di rispettarle, accade che nel settore delle auto aziendali il trattamento fiscale per questo mercato in Italia sia molto distante dalla media europea sia per la deducibilità dei costi sia per la detraibilità (100% nei principali Paesi europei rispetto al 40% dell’Italia).