In Italia ci sono troppi distributori di carburante, rispetto alla media europea, il Belpaese spicca per l’elevato numero di pompe di benzina disseminate lungo tutto il territorio: 22.900, circa 8.000 in più rispetto alla più grande e popolosa Germania che segue in seconda posizione con 14.785. La Francia con 12.522 stazioni di servizio completa il podio. L’elevato numero di benzinai è in parte spiegabile con la particolare conformazione geografica del territorio ma la complessa morfologia italiana non giustifica appieno la cifra attuale inoltre, una rete più snella potrebbe far abbassare il costo del carburante. Il problema è noto ormai da tempo, se ne parlava già nel 2011 quando l’allora sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia aveva introdotto nella manovra finanziaria un decreto legge che contemplava la riduzione dei distributori di carburanti a 12/13 mila in tutto il paese.
Il provvedimento era noto come articolo 28 e prevedeva incentivi economici per chi volesse dismettere aree di servizio poco produttive. L’obiettivo del decreto legge era molto più ambizioso: lo scopo era quello di chiudere i benzinai che deturpavano i centri storici per sostituirli con moderne aree di servizio in zone più periferiche incentivando l’uso del self service e dando la possibilità agli esercenti di vendere prodotti di natura diversa. In Europa questa formula è già stata avviata con successo e attualmente le entrate ottenute dalla vendita di carburante sono solo un 20/30% rispetto all’incasso totale.
Dal 2011 ad oggi il numero di benzinai non è affatto diminuto ed è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche: quest’anno inizierà un graduale processo di riduzione del numero di aree di servizio. Nel 2013 circa una quarantina di pompe di benzina verranno chiuse per non essere più sostituite. Chi si salverà da questo taglio? I benzinai ubicati in zone ad alta densità abitativa avranno maggiori possibilità di salvarsi, stesso discorso per le strutture che offrono ai propri clienti altri servizi come bar, tabaccheria o minimarket. Giovanni D’Agata, fondatore dello Sportello dei Diritti, suggerisce inoltre una soluzione complementare: le cosiddette pompe bianche, aree di servizio slegate ad un operatore specifico che, non essendo vincolate a una compagnia petrolifera, garantiscono tariffe più basse all’utente.