Cinture di sicurezza posteriori, attenzione alle multe. In Italia quasi nessuno le usa anche se il Codice della Strada ne impone l’obbligo per la sicurezza
Le cinture di sicurezza, insieme agli airbag, sono i principali dispositivi di protezione presenti nell’auto in caso di incidente, poiché riducono il rischio di impatto su un’altra superficie come parabrezza, volante o cruscotto: dei salvavita, esattamente come lo sono i caschi in moto.
Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle cinture.
Anatomia di una cintura
Secondo quanto stabilito dal Codice della Strada, la cintura di sicurezza deve essere composta da:
- Cinghia morbida e flessibile che trattiene il corpo dei passeggeri;
- Riavvolgitore, che permette alla cinghia di srotolarsi, per regolarla alla lunghezza desiderata e bloccarsi in caso di urto, frenata, accelerazione o curva;
- Ancoraggio e fibbia di chiusura;
- Pretensionatore, un dispositivo collegato alla centralina dell’airbag, i cui sensori sono in grado di rilevare una brusca frenata da impatto, che al momento dell’urto lo azionano in modo da stringere la cintura sul corpo legato al sedile.
Cinture di sicurezza posteriori: attenzione alle multe
In Italia, quasi nessuno le usa, anche se il Codice della Strada ne impone l’obbligo e prevede multe: se, infatti, negli anni si è diffusa la consapevolezza che l’utilizzo di quelle anteriori sia fondamentale per la sicurezza di conducente e passeggero, in Italia solo il 10% di chi occupa l’auto fa uso delle cinture posteriori. Un numero bassissimo, se si pensa all’importanza che hanno per l’incolumità in caso di incidente. Purtroppo è pensiero diffuso che in realtà servano a poco e siano spesso inutili. Non solo: quasi nessuno sa che l’utilizzo delle cinture di sicurezza posteriori è obbligatorio e ben regolamentato dal Codice della Strada.
Per prima cosa, quindi, bisogna sfatare un mito molto diffuso tra gli automobilisti italiani, ossia pensare che la seduta posteriore sia più sicura di quella anteriore. Non è così. Essere seduti dietro è molto pericoloso in caso di incidente. Una recente rilevazione di Autostrade per l’Italia ha messo in evidenza come, in casi di incidenti gravi, oltre il 20% delle morti è causato da passeggeri che vengono sbalzati fuori dall’abitacolo perché non indossano le cinture di sicurezza. E in molti casi si tratta di persone sedute sul sedile posteriore che non avevano inserito le cinture di sicurezza.
Dunque, un consiglio su tutti: mai pensare che in caso di sinistro il passeggero posteriore sia più protetto rispetto a chi è seduto sui sedili anteriori dell’auto perché non è così.
D’altra parte il Codice della Strada parla chiaro in tema di cinture di sicurezza posteriori. Secondo l’articolo 172 vi è l’obbligo non solo per il conducente, ma anche per i passeggeri, di indossare le cinture di sicurezza pena il pagamento di una sanzione amministrativa che va dai 74 ai 299 euro in caso di sua inosservanza. Tale sanzione verrà pagata dal conducente terzo che viene “beccato” senza la cintura. Ma il Codice dà istruzioni anche al conducente: è lui infatti che deve obbligare, imporre, l’uso delle cinture a tutti i passeggeri, sia quelli che siedono sul sedile anteriore sia per chi siede su quello posteriore. Se qualcuno dei passeggeri si oppone, il conducente può anche rifiutarsi di continuare la marcia o farlo scendere dall’auto. Questa “libertà” deriva dal fatto che, in caso di incidente mortale, è chi guida l’auto che risponde di omicidio colposo e che ha quindi una enorme responsabilità.
Come proteggere chi viaggia al vostro fianco?
Dal 2017 è divenuto obbligatorio l’uso dei seggiolini auto per i bambini fino a 125 cm d’altezza: ciò permette di posizionare meglio la cintura di sicurezza su spalla e torace del pargolo. I rialzi senza schienale sono invece permessi solo ai bimbi over 125 cm, anche se dopo i 18 Kg si possono utilizzare i “booster”, ovvero dei rialzi dotati di braccioli ma privi di schienale. In ogni caso, comunque, va da sé che le cinture di sicurezza per i bambini sono obbligatorie esattamente come per gli adulti.
E se viaggiamo con Fido, dobbiamo avere in macchina anche una cintura di sicurezza per cani? Tecnicamente, secondo il codice della strada ogni padrone ha il dovere di garantire la massima sicurezza del proprio animale anche in automobile. Al pari degli esseri umani, infatti, anche per i cani esistono degli obblighi di legge: devono viaggiare nel vano porta bagagli o sui sedili posteriori, se separati da una rete o, per l’appunto, assicurati con altri sistemi di ritenuta come apposite imbragature, da agganciare agli ancoraggi dei sedili posteriori.
Obbligo di cintura? Sì, ma non per tutti
Una curiosità, che forse non tutti sanno, è che in Italia esistono alcune categorie di persone che possono essere esentate dall’obbligo di utilizzo delle cinture. Ecco quali:
- Addetti ai servizi di soccorso sanitario e antincendio
- Forze di polizia
- Istruttori di guida
- Persone affette da patologie particolari
- Conducenti di auto storiche
- Passeggeri a bordo di veicoli privi originariamente di attacchi per le cinghie
- Addetti ai servizi di vigilanza privata
- Conducenti di auto d’epoca con data d’immatricolazione antecedente al 15 giugno 1976
Se non rientrate in una delle precedenti 8 categorie, è bene che facciate vostra questa buona abitudine. Allacciate le cinture di sicurezza: potrebbe rivelarsi provvidenziale in caso di incidente, per voi e per chi viaggia al vostro fianco.