Un fine settimana molto duro per gli automobilisti. E’ in arrivo una nuova stangata, ancora una volta dai carburanti. Erano alcuni mesi che non se ne sentiva parlare, ma i prezzi, a partire da venerdì 22 febbraio, subiranno una vera e propria impennata. A partire da Eni, che ha già aumentato i prezzi della verde (+1,5 centesimi a 1,870 euro/litro) e gasolio (+1 centesimi a 1,777). Anche Esso ha già modificato il listino prezzi, con un +2 cent sulla benzina, a 1,890 euro. Segue TotalErg (+1 centesimo sulla verde a 1,889; +0,5 sul diesel a 1,801). A salire sono anche le medie ponderate nazionali: benzina a 1,876 euro (+0,9 centesimi), diesel a 1,783 euro (+0,4 centesimi).
E subito, dopo l’annuncio dei nuovi prezzi record della benzina, si sono scatenate le polemiche. Secondo la Coldiretti, il costo del pieno dell’auto, ormai, ha superato il costo della spesa settimanale di una famiglia. Insomma, la benzina costa troppo e si spende più per il carburante che non per mangiare. E questo perché all’aumento del prezzo della benzina corrisponde la riduzione dei consumi alimentari. Dall’analisi fatta dall’associazione dei consumatori, fare il pieno se si ha un’auto con un serbatoio da 60 litri costa circa 112 euro. La stessa famiglia che possiede quell’auto, in una settimana, spende non più di 111 euro per fare la spesa (dai dati Istat). Non solo. Secondo i dati, il prezzo di un litro di benzina costa il 40 per cento in più rispetto a un chilo di pasta o rispetto a un chilo di arance e ben il 50 per cento in più di un litro di latte.
Anche Federconsumatori e Adusbef hanno fortemente contestato i nuovi rialzi del prezzo della benzina. Secondo le due associazioni gli aumenti non fanno altro che determinare continui crolli del mercato auto. Gli automobilisti, infatti, sono portati come conseguenza ad abbandonare l’auto o addirittura a venderla, perché non riescono più a sostenere le spese eccessive che derivano dal possesso di una vettura. Ad oggi, secondo le associazioni, il prezzo della benzina è pari a circa 1,87 euro al litro (con picchi a 1,93). A novembre 2011, a parità di cambio euro-dollaro e di quotazione del petrolio, la benzina costava invece circa 1,60 euro al litro. Ben 27 centesimi in meno, di cui circa 14 per la tassazione. “Ciò significa – scrivono le associazioni in una nota – che se il prezzo della benzina fosse adeguato e corretto, ogni automobilista potrebbe risparmiare in termini annui ben 156 euro”.