Mentre i prezzi italiani di benzina e gasolio per autotrazione restano al top in Europa, i consumi nei primi 10 mesi dell’anno sono calati del 10%. Secondo i dati emersi dal Centro Studi Promotor GL events, la spesa è invece aumentata del 6,9% toccando quota 56,8 miliardi: 3,7 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2011.
Ciò, spiega il CSP, per effetto soprattutto della crescita del carico fiscale. La parte che va al fisco della spesa alla pompa è infatti stata di 30,7 miliardi, con una crescita del 15,5% corrispondente a ben 4,1 miliardi in più. La componente industriale, cioè la quota che va all’industria petrolifera e alla distribuzione e’ stata, invece, di 26,1 miliardi con un calo dell’1,7% corrispondente a 449 milioni di euro.
Secondo il Centro Studi Promotor GL events “la pressione fiscale sui carburanti ha raggiunto livelli insostenibili con una forte penalizzazione, non solo per il mercato automobilistico, ma anche per l’industria petrolifera”. A ciò si aggiunge che per i consumatori il livello elevatissimo dei prezzi dei carburanti grava pesantemente sull’impiego di auto e incide anche, e non poco, sulla crescita dei prezzi al consumo in quanto la maggior parte del traffico di merci (in Italia come nel resto del mondo) avviene su gomma.
“Dagli ultimi dati diffusi dalla Commissione Europea – conclude il CSP – emerge che al primo novembre ben 1,04 euro del prezzo al litro della benzina senza piombo va al fisco, mentre per il gasolio la quota destinata all’Erario ammonta a 91,8 centesimi al litro. Un vero salasso”. Per quanto riguarda il prezzo del gasolio, l’Italia passa al secondo posto battuta dalla Gran Bretagna (1,777). Dietro di noi Svezia, Finlandia, Irlanda e Ungheria.