Solvency II, il progetto di unificazione europea partirà dal Gennaio 2016, nuove regole con l’obiettivo di creare un mercato unico dell’Assicurazione.
Lo scorso mese la commissione europea ha approvato le nuove norme della direttiva Solvency II, che estende la normativa Basilea II anche al settore assicurativo: l’obiettivo cardine è creare un mercato unico istituendo delle norme che vigilino sul sistema.
Dario Focarelli, direttore generale dell’Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), intervistato da TMNews spiega che le norme “puntano a rafforzare la protezione ai consumatori e a migliorare l’efficienza e la competitività delle imprese assicuratrici attraverso regole uniche per tutti i Paesi dell’UE che mettano in correlazione il capitale con i rischi nei quali le imprese incorrono”. Le regole in questione si pongono un traguardo importante: non avvantaggiare alcuni Paesi a discapito di altri.
Il Solvency II propone come vantaggi rispetto al Solvency I l’evoluzione del quadro normativo con liberalizzazioni, maggiore concorrenza e determinazione dei costi tenendo conto della volubilità dei mercati finanziari. Come spiega ancora Focarelli, la discriminazione avviene ad esempio prendendo in considerazione i titoli tedeschi su scadenza decennale: il loro rendimento è sempre più alto rispetto a quelli degli altri Paesi, e questo è sempre un vantaggio. Il mercato finanziario invece mette alla pari rendendo competitivo senza apporre discriminazioni. La trasparenza e la tutela dei clienti assicurati completano il quadro facendo sì che la direttiva si presenti come novità positiva per i Paesi ma soprattutto per gli assicurati.
Ma ci sono anche punti negativi che non vengono risolti. Uno degli svantaggi più trascurati è proprio quello di non trovare un obiettivo che punti alla diminuzione dei costi per i clienti.
La volubilità del mercato può esser la soluzione, ma il problema resta sempre a livello nazionale. Se lo Stato non redige leggi che intensifichino i controlli sugli assicurati, le imprese mostreranno sempre il diritto di proporre polizze alte a fronte degli eventi verificabili più frequentemente, mostrando il rischio elevato di incorrere in perdite economiche e quindi giustificando i costi elevati proposti. Un esempio è la scorretta condotta di guida degli automobilisti italiani che ha concorso, assieme ad altri fattori, all’aumento delle Rca avvenuto negli ultimi anni .
Un mercato unico potrebbe rivelarsi troppo rigido e rendere le polizze meno vantaggiose per imprese di alcuni Paesi.
Alla fine si deduce che la strada da percorre è ancora lunga. Lo stabilire un aumento del margine minimo di solvibilità (ovvero, il requisito patrimoniale minimo) è solo la prima delle tante modifiche che dovranno esser fatte nel campo assicurativo. Ovvio, la tutela dei rischi di una compagnia e la copertura della differenza fra attivo e passivo sono la base per mantenere in vita le imprese, ma bisogna ricordarsi che esse sono tenute in vita dai clienti e che quindi, se proprio si deve creare una “alleanza” è bene che avvenga fra questi due, ancor prima che fra le nazioni.