Con l’approvazione del decreto Salva Italia dello scorso anno non è più necessario appoggiarsi ad un conto corrente per accendere un mutuo. Chi volesse ottenere un prestito da una banca o istituto di credito differente da quello presso il quale si è correntisti non avrà nulla da temere, le liberalizzazioni approvate dal governo Monti nel 2012 hanno reso possibili operazioni di questo tipo. Nella fattispecie, la manovra economica specifica che l’obbligo ad una sottoscrizione di una polizza assicurativa – cioè un conto corrente – presso la medesima banca, istituto di credito o intermediario finanziario è da considerarsi come una pratica scorretta. Nonostante il decreto sono però ancora molte le entità che vincolano l’erogazione di un credito all’apertura di un conto, ingannando di fatto tutti quei clienti che non conoscono a fondo le normative che regolano il settore.
La legge prevede quindi la possibilità di ottenere credito per i mutui casa anche da una banca diversa da quella abituale ma prima di procedere è bene tenere in considerazione alcuni fattori. La prima cosa da controllare è la possibilità di effettuare bonifici gratuiti da una banca all’altra; molti istituti di credito permettono di trasferire denaro senza alcun costo a patto che si utilizzi la piattaforma online. Nel caso questo fosse fattibile, i clienti potranno trasferire la somma mensile senza dover sborsare un centesimo in più, in caso contrario, i correntisti dovranno spendere dai tre ai cinque euro mensili per muovere la somma destinata all’ipoteca. Tuttavia, gli utenti risparmierebbero una discreta somma anche nel caso in cui le transazioni non fossero gratuite dato che in Italia i costi di gestione di un conto corrente si attestano mediamente sui 105 euro all’anno. Il nostro paese è ancora lontano dall’offrire una gamma di servizi bancari a zero spese ma la nota positiva è data dal fatto che, rispetto al 2010, i costi medi di gestione si sono abbassati di circa quattro euro.
In fase di contrattazione di un’ipoteca è bene sapere che le banche che offrono l’apertura di un conto sono tassativamente obbligate ad inserire le spese di apertura dello stesso nel TAEG ovvero il Tasso Annuo Effettivo Globale. Anche le spese di incasso rata devono essere incluse nel TAEG, queste quote corrispondono sostanzialmente ai costi di gestione di un mutuo e sono stabilite esclusivamente dalle banche. Normalmente, il prezzo delle spese di incasso rata non supera i tre euro mensili ma alcuni istituti di credito applicano tariffe ben più elevate. Solamente con l’inclusione di queste due voci di bilancio si potrà conoscere il costo reale di un mutuo.