L’Asaps le definisce le Olimpiadi dei cretini. Parliamo del lancio dei sassi dai cavalcavia. Un fenomeno che non si placa, anzi aumenta, e spaventa sempre di più gli automobilisti in autostrada e sulle strade provinciali. Secondo l’agenzia sulla sicurezza stradale, nel 2012, dal 1° ottobre, sono 46 gli episodi significativi, che hanno causato 13 feriti non gravissimi e per fortuna nessuna vittima. Si tratta precisamente di dati raccolti dall’Osservatorio il Centauro – Asaps: 17 dei 46 lanci sono avvenuti dai cavalcavia che sovrastano le autostrade. Gli altri 29 sono avvenuti nella rete ordinaria. E’ vero che non si sono raggiunti i livelli di guardia degli anni Novanta, ma il lancio dei sassi dal cavalcavia continua a rappresentare un serio pericolo per la circolazione e la sicurezza stradale.
Il vero problema è che si tratta di “un fenomeno costante” che non accenna a diminuire, anche se le cronache se ne occupano sempre meno. L’Asaps ha infatti riportato l’attenzione sul fenomeno proprio perché quasi dimenticato ma ancora esistente. Non solo. E’ sempre più difficile individuare i colpevoli. Solo nove casi su 27 gli autori sono stati identificati. Si tratta per la maggior parte di giovanissimi che spesso agiscono in gruppo. I motivi? Non ce n’è uno preciso, come spiegato dall’Asaps, se non un’aberrazione totale dovuta alla noia, al vuoto esistenziale, alla necessità di provare un’emozione forte nel tentativo di uccidere. Resta il fatto che la Corte di Cassazione, con sentenza n. 5.436 dell’11 febbraio 2005, ha spiegato chiaramente che “il lancio di sassi dal cavalcavia avviene sotto la chiara consapevolezza del rischio di poter uccidere. In caso di morte di conducenti, si configura dunque l’omicidio volontario”. Dunque un fenomeno da combattere e di cui continuare a parlare.