La SAAB tornerà a produrre. Dopo il fallimento del 2011, La Casa scandinava rientra nel mercato auto con veicoli elettrici.
Il mercato dell’auto, si sa, soffre parecchio la crisi attuale e uno dei primi marchi a farne le spese fu proprio SAAB che nel dicembre del 2011 presentò istanza di fallimento presso il tribunale di Stoccolma. Victor Muller, azionista di maggioranza nonchè presidente della compagnia scandinava non era riuscito a rilanciare la produzione e da ormai vent’anni l’azienda svedese presentava conti sistematicamente in rosso; una e vera e propria tegola per più di 3.000 dipendenti che da un giorno all’altro si sono ritrovati senza lavoro.
Ma la soluzione al problema sembra arrivare dall’est; la casa automobilistica è stata infatti rilevata dal gruppo d’investimento NEVS (National Electric Vehicle Sweden), una società posseduta al 53% dalla National Modern Energy Holdings Ltd, operativa a Hong Kong e nel Sol Levante. Il presidente della NEVS, Kai Johan Jiang sembra avere le idee chiare e in confererenza stampa ha dichiarato che si tratta dell’inizio di una nuova era nell’industria automobilistica e che SAAB si dedicherà alla produzione di veicoli elettrici; le licenze della concept car Phoenix e della 9-3 sono già state acquisite. La storica berlina scandinava dovrà ritagliarsi una fetta di mercato andando a competere con rivali agguerrite come Renault Fluence, Opel Ampera, Chevrolet Volt e Nissan Leaf. L’obiettivo è quello di organizzare una strategia di marketing a livello globale anche se gli sforzi di vendita verranno concentrati soprattutto nel mercato cinese, al momento il più recettivo sul fronte delle auto elettriche.
Ed è proprio questo ad allarmare i sindacati svedesi; nonostante Kai Johan Jiang abbia assicurato che la produzione rimarrà nello storico stabilimento di Trollhattan, il timore è che in futuro l’intera industria possa essere trasferita in estremo oriente. Inoltre, le uniche figure professionali ad essere riassunte inizialmente saranno ingegneri e progettisti mentre per il grosso della manodopera bisognerà aspettare ancora. Gli operai in cassa integrazione e le aziende dell’indotto automobilistico spingono per un rilancio della produzione di massa in tempi brevi ma al momento le reintegrazioni previste sono ben lontane da quei 3500 dipendenti sui quali poteva contare SAAB fino a qualche anno fa. Tuttavia, il progetto della NEVS sembra molto solido e molti esponenti dell’imprenditoria svedese hanno accolto con entusiasmo la notizia dall’acquisizione.