Il mercato auto vede nero. Ad agosto -20%. Sono molto preoccupanti i dati che emergono per il settore auto secondo Federauto.
Il mercato dell’auto è in piena crisi. Dopo i dati disastrosi di luglio, ecco anche un agosto nero. A dare i risultati in anteprima è stata Federauto, l’associazione delle concessionarie, che ha stimato una flessione del 20%. Un dato molto preoccupante per l’economia italiana, se si considera che la percentuale sale al 25% e al conto generale si levano aziende ed enti pubblici, lasciando solo la voce “privati”. “Questo dato conferma un trend che proietta il 2012 a un mercato di 1.370.000 vetture”, ha commentato Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto.
Un livello che è ormai diventato al di sotto della soglia di sopravvivenza, secondo gli operatori. Facendo infatti una media degli ultimi cinque anni, sono andate in “fumo” 630 mila vetture. Mai prima d’ora si erano registrati dati così preoccupanti. “Numeri che fanno tremare i polsi ai concessionari italiani” – ha aggiunto Bernacchi. Ma a tremare devono essere anche i manager delle Case automobilistiche e il Governo, sempre secondo il presidente di Federauto – che quest’anno introiterà 3 miliardi di euro in meno tra IVA e tasse varie.
A questo agosto nero per l’auto va aggiunto un altro dato. Entro la fine dell’anno, infatti, circa 10 mila lavoratori del settore auto potrebbero perdere il loro posto di lavoro se non ci saranno inversioni di tendenza. La stima è stata fatta questa volta del presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, e riguarda tutto il settore, dalla produzione all’indotto. “Solo negli ultimi 3-4 mesi sono stati chiusi 350 concessionari – ha spiegato Sticchi Damiani – e in tre anni sono state quasi dimezzate le vendite delle automobili”. Intanto, è la proposta di Sticchi Damiani, si potrebbe intervenire sull’ormai troppo alto prezzo della benzina che ha definito un problema serio e importante e sta mettendo in crisi la rete di vendita del settore auto. E poi serve la riduzione delle accise, perché solo così potrebbe ripartire il mercato dell’auto. Il presidente dell’Aci lancia dunque una proposta al Governo: “Dall’Iva delle auto vendute e dall’aumento del consumo di benzina, lo Stato potrebbe recuperare la perdita delle accise”.