Sebastian Vettel chiude un anno da record. Nove vittorie consecutive, 13 in tutta la stagione. Per la Ferrari un 2013 da dimenticare
Nemmeno l’errore dei meccanici durante il pit stop è riuscito a scalfirne il dominio. In Brasile, Sebastian Vettel vince il nono GP di fila, il 13esimo in questa stagione. Dopo essersi laureato campione del mondo per la quarta volta consecutiva (il più giovane a tagliare questo traguardo nella storia della Formula 1), al biondino della Red Bull non è rimasto che lottare con i record, visto che la concorrenza non si è dimostrata all’altezza. Così a Interlagos Vettel ha eguagliato il primato di 13 vittorie stagionali (stabilito da Michael Schumacher nel 2004), conquistando la nona vittoria consecutiva (sempre sul gradino più alto del podio dal GP del Belgio dello scorso 25 agosto).
Un nuovo record: finora infatti la striscia di successi di fila, nella stessa stagione, si era fermata a sette trionfi e portava sempre la firma di Schumi (nel 2004). Il cannibale di Heppenheim non ha concesso nemmeno l’onore delle armi ai suoi avversari, impotenti davanti alla sua supremazia. Magari in Brasile avrebbe potuto lasciare il successo a Mark Webber, restituendo al compagno di box quel discusso trionfo strappatogli in Malesia dopo aver disubbidito agli ordini di scuderia. Tra l’altro quella di Interlagos è stata la gara d’addio di Webber, dopo 12 anni di attività in Formula 1. Adesso l’australiano si concentrerà sulle corse di durata al volante della Porsche. Ma neanche questo abbandono è riuscito a placare la voracità di Seb. Tra i due, si sa, non è mai corso buon sangue. Forse, però, un gesto del genere avrebbe reso più umano il campione del mondo in carica.
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Il giro d’onore di Interlagos si è portato via altre pagine di storia della Formula 1. Quel giro è stato l’ultimo di Felipe Massa al volante della Ferrari. Dal prossimo anno il brasiliano guiderà la Williams. Massa avrebbe voluto congedarsi con una bella gara, e in parte l’ha fatto. Peccato per un drive through che ha compromesso la rimonta dalla nona posizione. La sua colpa è di non essere stato competitivo nelle ultime stagioni. Così a Maranello hanno deciso di cambiare (forse bisognava farlo prima): al suo posto ritorna Kimi Räikkönen (l’ultimo pilota a vincere un Mondiale sulla Rossa, nel 2007), che ha saltato le ultime due gare per un’operazione alla schiena.
Il GP del Brasile è stato anche l’ultimo per i motori V8 aspirati. Dal prossimo anno le monoposto monteranno i V6 turbo. Ma non sarà questa l’unica novità. Pure l’aerodinamica sarà ridimensionata. Insomma, una rivoluzione regolamentare che costringerà tutti i team a ripartire da zero, senza alcun riferimento passato, tanto che già da tempo lavorano sulla nuova monoposto. Un’occasione da sfruttare per il Cavallino Rampante, chiamato a riscattare una stagione negativa (soprattutto nella seconda metà). Solo due successi, in Cina e in Spagna con Fernando Alonso (per l’ennesima volta vicecampione del mondo), non bastano a salvare un’annata al di sotto delle aspettative. Nemmeno il terzo gradino del podio conquistato dallo spagnolo in Brasile ha permesso alla Rossa di agguantare in extremis il secondo posto nella classifica Costruttori, alle spalle della Red Bull. Obiettivo fallito. A far festa è la Mercedes, mentre il Cavallino Rampante si è dovuto accontentare della terza posizione.
Con la conclusione della stagione 2013, si inizia a delineare pure la griglia di partenza per il 2014. Daniel Ricciardo lascia la Toro Rosso per approdare in Red Bull. Al suo posto alla scuderia di Faenza arriva il russo Daniil Kvyat (che vive a Roma). Pastor Maldonado non sarà più un pilota della Williams. È in trattative con Lotus e Sauber. Nico Hülkenberg (Sauber) dovrebbe passare alla Force India, al posto di Paul di Resta, mentre la McLaren ha annunciato l’ingaggio del giovane danese Kevin Magnussen. Farà coppia con Jenson Button. Appiedato Sergio Perez. Per la scuderia di Woking è stato un anno da dimenticare. Mai un podio, mai nella top five in qualifica. Miglior risultato, il quarto posto di Button in Brasile, proprio in quella pista dove 12 mesi fa la McLaren vinceva la sua ultima gara in Formula 1. Anche per il team di Woking è suonata l’ora del riscatto. Seb permettendo.