Cibo e mobilità. Il tema del progetto di BMW Creative Lab 2013, ideato da BMW Italia e da BMW Group DesignworksUSA (studio di Monaco), è collocato al vertice di due grandi filoni del design: car design e food design. A rappresentare la grande tradizione del cibo e del design che ruota intorno a esso è Guzzini, un partner d’eccezione che da sempre rappresenta il meglio della creatività italiana, tanto in cucina quanto nel design. Sei giovanissimi designer sono chiamati a interpretare uno scenario molto attuale.
Preparare un cibo sofisticato a casa, un piatto che contenga una storia da raccontare, un sentimento e capacità tecnica. Consumarlo insieme ad altri, mettendo il cibo al centro delle buone ragioni per ritrovarsi. Trasportarlo altrove: tra la preparazione e il consumo si crea lo spazio per questo progetto, una relazione tra cibo e mobilità. Non si tratta di trasporto puramente funzionale del cibo, ma piuttosto di mettere in un unico contenitore pieno di storie e significati il cibo preparato, il contenitore con cui lo si trasporta, il modo in cui lo si presenta agli amici. Un contenitore che può contenere diversi cibi. Un cibo che nasce insieme al suo contenitore. Un cibo che al tempo stesso è il suo contenitore. Tutte queste opzioni sono possibili e lasciate alla sensibilità dei designer. Stiamo assistendo in questi anni a un fenomeno molto interessante e innovativo, che mette insieme la ritualità del cibo e la sua capacità di aggregare, con la voglia che molti hanno di confrontarsi con la preparazione di cibi sofisticati. Nelle grandi città, la recente tradizione di cenare con amici al ristorante sta perdendo un po’ di appeal, sia per un problema di costi sia perché sta calando la febbre di esserci, ostentare e apparire. Si apprezza maggiormente la cena a casa di amici, in cui è possibile avere più concentrazione sull’altro e parlare di cose meno superficiali in ambiente molto più intimo e rilassante. D’altro canto, si registra un aumento esponenziale dei corsi di cucina professionali e semi-professionali frequentati da privati piuttosto che da professionisti. Non stiamo parlando di corsi di cucina di base, ma di tecniche sofisticate. Viene spontaneo associare i due dati e concluderne che stiamo assistendo a un fenomeno di nuova socialità tra le mura di casa a cui (e questa è la novità) si partecipa preparando del cibo a casa propria. La cena dunque risulta dalla composizione dei contributi dei singoli in cui ciascuno mette il proprio talento, le abilità specifiche, la cultura del luogo di provenienza a disposizione del gruppo. Dopo quasi tre mesi di incontri, discussioni e presentazioni, i progetti stanno finalmente prendendo forma. Al centro dell’attenzione di tutti è il valore simbolico dello scambio: preparare e portare del cibo a casa di amici per scambiare emozioni e sentimenti. Per avviare il progetto, ognuno ha percorso una strada diversa: filmati, interviste, analisi di mercato, giochi di carte. Il risultato è un sorprendente mix di dati oggettivi, stimoli e sensazioni. Da questo colorato materiale si capisce che ognuno si è trovato con piacere a cucinare e trasportare il proprio capolavoro culinario e che, sempre e in ogni luogo del mondo, questo gesto si carica di aspettative e di significati. I sei designer stanno lavorando anche agli aspetti pratici del progetto : contenere il cibo, mantenerlo caldo o freddo, spostarlo con facilità e soprattutto mostrare il contenuto agli ospiti con un effetto sorpresa. Esperti di comunicazione e designer di BMW e Guzzini stanno assistendo allo sviluppo del progetto: nelle prossime settimane i designer si confronteranno con studiosi della cultura alimentare e con gli chef. Il mondo dentro un prodotto: essenziale nello stile ma ricco nei significati.